Linee guida sulla pubalgia: cos’è la sindrome retto-adduttoria

La pubalgia è una patologia molto complessa, perché spesso coinvolge varie strutture muscolo-tendinee. Nella maggior parte dei casi, si avverte dolore all’inguine provocato dalla tendinite del muscolo psoas, retto-addominale e degli adduttori, ma anche un indolenzimento della sinfisi pubica (specialmente nei casi di donne in gravidanza).

Pubalgia: dove fa male? Il dolore nella zona interna delle cosce può avere diverse cause. Per indagarle, durante la valutazione in studio, al paziente viene chiesto sempre di indicare l’area dove si manifesta il dolore, dopodiché viene fatta una valutazione palpatoria insieme a test di forza muscolare.

Che cos’è la pubalgia?

La pubalgia è un’infiammazione cronica dell’inserzione sul pube dei muscoli addominali e dei muscoli adduttori, e viene pertanto definita come la sindrome retto-adduttoria. Il paziente può provare dolore in varie zone; per questo motivo, tale sindrome non è molto facile da diagnosticare.

Sul pube, dall’alto, si inseriscono i muscoli addominali e, dal basso, i muscoli adduttori: questi muscoli hanno inserzioni sul pube, perciò questa zona è più soggetta alle sollecitazioni e può più facilmente andare incontro a quelle da sovraccarico.

Come viene la pubalgia: i fattori di rischio

Molto spesso l’infiammazione da pubalgia colpisce gli sportivi, e soprattutto coloro che praticano il calcio (tant’è che viene anche chiamata malattia del calciatore), la scherma, l’hockey su ghiaccio, la pallanuoto, la pallamano, il basket, il salto in alto e la corsa. Viene denominata anche patologia da sovraccarico, perché è causata da microtraumi ripetuti nel tempo: solitamente, infatti, pubalgia e dolore ad essa connesso derivano da una lesione causata da attività fisica ripetuta.

Inoltre, molto comuni sono anche i casi di pubalgia in gravidanza. La pubalgia nelle donne in dolce attesa è dovuta all’aumento del volume dell’utero e del peso corporeo, a cui si somma quello del bambino: i muscoli e le strutture della zona pelvica vengono sottoposti a grande sollecitazione a cui si aggiunge parallelamente un rilassamento dei tendini e dei legamenti dovuto a cambiamenti ormonali.

La pubalgia si manifesta con dolore nella zona inguinale e/o pubica e/o nella faccia interna delle cosce, e nella letteratura scientifica esistono almeno 72 cause di dolore pubico.

Tipi di pubalgia

Che zona ti fa male? La posizione del dolore indica la zona più sollecitata.

  • La tendinopatia inserzionale si presenta nella zona, appunto, inserzionale. Essa è causata da microtraumi ripetuti a carico dei muscoli adduttori della coscia e dei muscoli addominali, dove si crea infiammazione;
  • La sindrome diafisaria si trova nella zona della sinfisi pubica ed è causata da tanti piccoli microtraumi, che provocano un’instabilità del bacino. È una condizione tipica delle donne in gravidanza che, aumentando il peso e il volume dell’utero oppure con il cambiamento degli ormoni, subiscono il rilassamento di muscoli, tendini e legamenti. Anche il peso del bambino influisce negativamente e mette la donna ad alto rischio di pubalgia;
  • La terza zona di sollecitazione, poi, causa la sindrome della guaina del retto addominale o del nervo perforante del retto addominale. Essa si presenta quando la tensione dei muscoli addominali è molto forte, a causa dei ripetuti sforzi: per esempio, i ripetitivi calci al pallone nei casi di pubalgia del calciatore. L’elevata tensione, che spesso si ricrea, comporta lo stiramento del nervo perforante e, di conseguenza, il dolore;
  • L’osteite pubica, invece, è un’infiammazione che colpisce la sinfisi pubica e le inserzioni muscolari circostanti. Si presenta sotto forma di dolore acuto a pube e sinfisi, con irradiazione verso le zone del basso ventre e dell’inguine.

Valutazione della pubalgia

Per effettuare una valutazione della pubalgia, il fisioterapista esperto in materia esegue le valutazioni funzionali.

In alcuni casi possono essere necessari esami radiologici aggiuntivi dell’articolazione coxo-femorale (RX), al fine di escludere eventuali fratture. Sarà opportuno approfondire maggiormente con la risonanza magnetica (RMN) oppure con l’ecografia muscolo – tendinea, ecocolordoppler o TC.

La valutazione attraverso i vari esami serve per diagnosticare al meglio la pubalgia nel paziente.

Cura per la pubalgia: il trattamento fisioterapico

Il percorso riabilitativo comprende varie fasi.

  1. Risoluzione del dolore e dell’infiammazione;
  2. Recupero dell’articolarità;
  3. Recupero della forza muscolare;
  4. Recupero della coordinazione, dell’equilibrio;
  5. Recupero della meccanica specifica dello sport.

Nella prima fase, quella con dolore acuto, si consiglia il riposo con la totale sospensione dell’attività fisica; è opportuno applicare del ghiaccio sul punto dolorante, sottoporsi a terapie fisiche (Tecar, Laser YAG), assumere antidolorifici e fare una visita medica specialistica.

Nelle prime sedute di fisioterapia per pubalgia, l’esperto tratta le contratture, i trigger point e le retrazioni muscolari, tramite la massoterapia decontratturante, e, a seconda del quadro clinico, i muscoli flessori del ginocchio, il medio e grande gluteo, i paravertebrali lombari, il quadrato dei lombi, gli adduttori, il quadricipite e l’ileopsoas. Il fisioterapista lavora sulla postura tramite la ginnastica posturale e lo stretching statico sui muscoli sopraindicati e sul muscolo piriforme.

È importante sapere che i sintomi della pubalgia aumentano con il riposo, perciò le attività aerobiche, come cyclette, tapis roulant o ellittica sono molto consigliate.

Nella seconda fase, quando il dolore si è già abbastanza attenuato, l’attività di fisioterapia per pubalgia lavora sulla forza, sull’aumento del ROM (Range Of Motion) e sulla completa mobilità muscolo-articolare. In questa fase lo specialista si concentra sul rinforzo muscolare (prevalentemente eccentrico) dei muscoli addominali (retto e obliquo), degli adduttori, dei flessori, dei glutei, dell’ileopsoas e del quadricipite.

Sono consigliati esercizi per pubalgia di tipo Core Stability, che vanno svolti a corpo libero: con questi si va a ripristinare la forza della cintura muscolare di tutto il centro del corpo, per poi migliorare anche l’equilibrio generale.

Esercizi per la pubalgia

L’allungamento del muscolo ileopsoas è fondamentale. L’ileopsoas spesso viene sottovalutato ma, in realtà, è molte volte il vero colpevole della pubalgia. È un muscolo interno dell’anca che permette flessione, abduzione ed extra rotazione della testa del femore. Esso ha origine dalle facce laterali delle prime quattro vertebre lombari e dalla fossa iliaca e si inserisce sul piccolo trocantere del femore. Essendo un muscolo posturale bilaterale che tende a lavorare in accorciamento, l’ileopsoas produce spesso un’accentuazione della fisiologica lordosi lombare.

Nella foto di seguito, il test di valutazione della lunghezza del muscolo ileopsoas.

 

 

Ecco alcuni esercizi per la pubalgia che sono di aiuto a chi soffre di questa patologia.

Questi esercizi vanno svolti sotto il controllo di un fisioterapista esperto in materia, con la giusta tecnica e la corretta quantità di ripetizioni.

 

Esercizi per la pubalgia

 

 

 

 

 

 

 

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Se soffri di pubalgia non aspettare: contatta subito un professionista.

Sin da subito, è estremamente importante una collaborazione tra paziente e un esperto in materia. Benché durante l’attività fisica la sindrome retto-adduttoria possa dare meno disturbi, poiché i muscoli sono riscaldati, i sintomi della pubalgia peggiorano con l’allenamento. Per questo motivo è necessario sospendere l’attività fisica che può causare stress al cingolo pelvico.

Invito in studio tutti i pazienti che soffrono di pubalgia e non sono riusciti a guarire completamente, per programmare un percorso fisioterapico mirato e risolutivo. Per ogni chiarimento sulla pubalgia e i rimedi sono disponibile nel mio studio, che si trova in centro a Milano. Intanto vi invito a visitare il mio sito: www.fisiosportlife.it oppure scrivetemi direttamente – info@fisiosportlife.it.

 

Dott.ssa Marta Maria Magda